Gioco & Bugie
“… Come in un film rivedo i volti di individui con età e vissuti diversi ma legati da un unico denominatore: gioco compulsivo. A monte famiglie distrutte, lacrime, sofferenza, litigi, speranze, illusioni, attese e poi disattese, debiti (…).
Famiglie che sperano di ritrovare un po’ di pace e riavere alla fine un marito, un papà, un figlio o un fratello guariti o almeno sulla via della redenzione. A valle, noi bugiardi, egoisti, traditori, ladri, che avevamo distrutto o stavamo distruggendo la vita, immolando qualsiasi cosa sull’altare della Dea Fortuna. Sono state tre settimane indimenticabili ma estremamente sofferte, poiché si è scavato nel profondo della mia anima, sono stato rivoltato come un calzino e ho visto davanti a me tutte le falsità che mi avevano accompagnato da quando sono entrato nel gioco compulsivo. Ero così abituato a dire bugie che non dicevo la verità su nulla. Ho rivisto i visi dei miei familiari quando a tavola raccontavo una partita di pallacanestro o di calcio che non avevo mai visto. Tacevano ma sapevano la verità, ero andato a giocare anche quel giorno. (…) La terapia era molto efficace ma quando pensavo che ero in un ambiente protetto e che avrei dovuto poi affrontare la realtà, tremavo. Forse ancora dispiaceri per i miei famigliari che mi aspettavano fiduciosi. (…) Un anno è passato. (…) Sono qui, non gioco più. Giocherei ancora se avessi del denaro? Non lo so. So solo che sono felice d’aver onorato il contratto firmato con Orthos”.