Via un milione e mezzo al giorno I perdenti malati delle slot machine
Da Il corriere della Sera del 4 ottobre 2010
di Galli Andrea
Le vite rovinate e i trucchi dei cinesi. «Godo a sentir scendere i soldi» Le vincite Le cifre
ufficiali dicono che si vince dal 70% delle giocate in su. I baristi assicurano però che la
soglia è al massimo del 30%
MILANO - La dea bendata è una bionda scollata, alla combinazione vincente si manifesta sullo schermo,
manda un abbraccio e un grosso bacio, sorride e più sotto tutto tintinna: in cassa scendono le monete,
ma più che una vittoria, signorina porti pazienza, è un' elemosina. Al centoquattresimo euro giocato, ne
stanno tornando indietro appena sette. È un gioco a perdere. Sono macchinette che mangiano soldi, li
digeriscono e di rado, con una fastidiosissima stitichezza, li espellono. Eppure c' è gente che ci fa una
malattia: a Milano, 16 mila slot machine, nei bar. Per macchinetta si stima, stando tremendamente al
ribasso, un totale di 100 euro complessivi di giocate al giorno. Così arriviamo a un quotidiano giro d'
incassi di un milione e 600 mila euro. Ora, le cifre ufficiali dicono che si vince dal 70% delle giocate in
su. I baristi confidano che la soglia è al massimo del 30%. In piedi o seduti - seggiolini sgualciti, vissuti,
sciupati -, davanti alla macchinetta si sta soli e silenti. Prendiamo questo signore. Siamo in corso
Colombo, davanti alla stazione di Porta Genova. La saletta con le slot pare un sotterraneo. Il tizio,
dicevamo. Suda, sbuffa, bestemmia. In cinquanta minuti esegue settanta giocate per quindici vincite.
Qui lo chiamano il professore. La slot la inventò, sul finire del 1800, un americano che, raccontano,
arrivava dalla Germania. Un immigrato. Se ne intendono, gli stranieri, più degli indigeni: certi cinesi
girano con una specie di cellulare capace di mandare in tilt i software delle macchinette. Temuti, i cinesi.
Capita che qualche barista se li vede entrare corre a staccare la spina. Sostengono dati del Comune di
Milano che in città un adolescente su due, l' ultimo anno, ha giocato almeno una volta. Il popolo che
però s' incontra è adulto e di un sesso in particolare. In un bar, mercoledì, eravamo circondati da cinque
signore; il giorno dopo, in pausa pranzo, da tre; sabato pomeriggio, da quattro. Dodici persone. Tutte
difficili da avvicinare: la pausa sigaretta non esiste, si fuma intanto che si smanetta; se il telefonino
squilla mettono giù la chiamata e non c' è nemmeno un attimo buono, di distrazione, per agganciarle.
Una tira un pestone al video, un' altra maledice, un' altra chiede soldi in prestito. «Hai dieci euro da
darmi?». Come butta oggi? «Male». Vinto poco? «Perso tanto». Leggerai, lo sentirai in giro: dicono che i
giocatori di slot son dei malati, dei poveracci. «Bello, ognuno ha le sue manie». Questa rovina. «Uff... ma
la goduria della vittoria, di vederti regalare del denaro...». C' è chi perde il lavoro, la macchina, i
figli... «Io so quando fermarmi». Non è adesso. Si aggiusta la coda, ondeggia il collo come il pugile che
sale sul ring, schiaccia start, e buona sorte. Dice lo psichiatra Claudio Mencacci che con le slot i maschi
sono giocatori per eccitazione - la sfida, il bottino, la conquista - e le femmine per fuga. «La dipendenza
scatta più avanti con l' età. Prima, hanno altri orologi biologici». Mencacci e Francesca Merzagora,
presidente di O.N.Da (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) hanno messo a punto un piano
con Sisal, la concessionaria di giochi e lotterie: numeri di aiuto da chiamare, borse di studio per
analizzare e approfondire il fenomeno, corsi per i titolari di bar, che si accorgano e vigilino meglio, di
più. Tolte le tasse, peraltro superiori al 10%, il resto degli introiti se lo dividono barista e gestore delle
macchinette. Un' inchiesta della polizia ha scoperto che il clan milanese Valle-Lampada della '
ndrangheta apriva aziende di distribuzione di slot: gli incassi erano così elevati da «lavare», dunque
giustificare, i proventi dei malaffari. C' è l' inganno e ci sono i trucchi. Uno viene insegnato nei forum su
Internet. Di solito le slot hanno due casse, una per le giocate e una per le vincite. Quando mettete la
moneta, prestate ascolto. Cadendo in una o nell' altra cassa, a seconda del suono si potrà capire quanti
soldi sono presenti, a quanto ammontano giocate e vincite, e comportarsi di conseguenza. Giocare, o
lasciar perdere. Di solito si continua a giocare, e ci si lascia perdere.
I numeri: 16 mila, è il numero delle slot machine a Milano 1895 è l' anno di nascita della prima slot. Fu
inventata negli Stati Uniti da Charles Fey: aveva tre ruote girevoli con i simboli degli ori, delle picche e
dei cuori 50% è la percentuale degli studenti milanesi tra i 15 e i 19 anni che ha giocato almeno una volta
alle slot machine nell' arco dell' ultimo anno, secondo studi del Comune 13,5% è la percentuale che lo
Stato trattiene sul totale del giocato in Italia 3,5 miliardi, è la cifra spesa dai milanesi in un solo anno
secondo l' indagine dell' Agicos